San Bernardino

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Bernardo Spoto

sabato 8 dicembre 2007

LA SICUREZZA di Bernardo Spoto

Prima di entrare nel tema è opportuno comprendere che per ottenere la sicurezza devono interagire tra loro la cultura della legalità, lo sviluppo economico equilibrato, la sicurezza dei cittadini e il funzionamento delle istituzioni.

Se questi componenti funzionano in maniera ottimale noi creeremo il circolo virtuoso in cui l’azione preventiva e repressiva della Polizia (breve periodo) permetterebbe lo sviluppo dell’attività della Giustizia e del Welfare (lungo periodo) abbassando così il livello dei delitti.

È opportuno aggiungere che la sicurezza è composta dall’aumento della criminalità locale e dalla paura da parte dell’opinione pubblica, quindi bisogna procedere su entrambe le componenti che in certi casi agiscono in maniera inversamente proporzionale: diminuisce la criminalità e aumenta la paura.

Bisogna precisare che sia la prevenzione che la riduzione della paura devono avere una visione locale perché non ha senso parlare di criminalità italiana ma si deve parlare di criminalità locale.

Per concludere si deve pensare che i cittadini pagano e vogliono sicurezza e il Comune deve farsi promotore nel togliere le palesi inefficienze.

Prevenzione

Sulla prevenzione si è discusso e si discute da sempre perché è soggetta a diverse interpretazioni soprattutto sulla biforcazione tra prevenzione e punizione ma non siamo qui per teorizzare ma per concretizzare.

Allora possiamo dire che si può prevenire proteggendo i giovani a rischio di criminalità (welfare) e chiudendo in carcere un criminale (certezza della pena).

Nel primo caso riduciamo i giovani che possono intraprendere una carriera criminale nel secondo rendiamo impossibile la commissione dei reati.

Per questo motivo possiamo affermare che una efficace politica preventiva porta ad una riduzione di reati e per produrre ciò dobbiamo:

- stilare dei programmi rivolti ai quartieri per lo sviluppo della socializzazione finalizzato alla riduzione dei processi di esclusione sociale

- una presenza più visiva delle forze di polizia, in particolare dei vigili urbani, che devono orientare la loro attività nel capire e risolvere anche i problemi quotidiani della gente (polizia tra la gente)

- reclusione del criminale come effetto deterrente

- severità sul protocrimine

Anche la creazione di Commissioni interne per la valutazione di costi/benefici e costi/efficacia e di Commissioni anticorruzione produrrebbero un effetto favorevole sull’opinione pubblica che la interpreterebbe come crescita della cultura della legalità.

Poiché i bisogni sono illimitati mentre le risorse sono limitate, dobbiamo concentrarci su alcuni obiettivi che sono basilari alla creazione della sicurezza cercando di non invadere il campo di quegli organi che, per loro natura, ne sono deputati (Forze dell’Ordine), ma agire insieme nel rispetto dei ruoli e nello scambio di informazione. (I Sindaci di grossi centri urbani dovrebbero partecipare alle riunioni sulla sicurezza pubblica tenuta dal Prefetto).

Il deterioramento delle condizioni di sicurezza derivate dall’aumento delle azioni predatorie effettuate dalla micro-criminalità genera insicurezza.

Per affrontare adeguatamente il problema non basta la militarizzazione dei quartieri e di conseguenza aumentare la repressione, né l’eliminazione del disagio sociale per eliminare la criminalità perché la pace in una città non è garantita principalmente dalla polizia anche se è necessaria, ma da un involontario controllo della popolazione stessa sui quartieri.

Qui l’amministrazione comunale è tenuta ad intervenire assumendosi l’onere di coordinatore e promulgatore di iniziative che coinvolgano le forze dell’ordine, le associazioni, il volontariato per far si che nascano progetti che trascinino la gente ad uscire da casa stimolando così la voglia di conoscersi e socializzare fino ad ottenere quel mutuo soccorso che oggi va via via sempre più scemando.

Un’azione che sicuramente l’amministrazione comunale deve svolgere è quella di concentrare la sua attenzione sul protocrimine come i vandalismi, le scritte sui muri, il commercio abusivo, la mendicità, i rumori molesti e altre condotte antisociali per impedire lo sviluppo di comportamenti criminosi più gravi agendo con determinazione e intransigenza.

Se non si interviene su questo aspetto noi creiamo quello che io chiamo “effetto discarica”.

Per meglio capire questo concetto provate a lasciare ogni giorno in un determinato punto della strada un sacchetto di spazzatura vedrete che ben presto altra gente lascerà la propria.

Lasciate lungo la strada un’automobile con un vetro rotto dopo pochi giorni altri vetri saranno rotti fino alla distruzione totale del veicolo.

Ma, se nel primo caso si provvederà subito a rimuovere il sacchetto e nel secondo a riparare il vetro, l’effetto discarica cessa, perché si dà subito una impronta di ordine e di rispetto che viene visto dal cittadino come presenza fattiva delle istituzioni e non di abbandono facendo crescere in lui la sicurezza. Occorre pertanto creare corrette abitudini e controllare che vengano mantenute perché tutta la nostra vita è fondata sulla regolarità e sul rispetto e se vengono a mancare questi due presupposti nasce uno squilibrio e quindi si dà terreno fertile all’insicurezza.

Un importante ruolo gioca il recupero dell’ambiente urbano eliminando le zone di degrado ovvero i luoghi abituali di ritrovo di sbandati, senzatetto, tossicodipendenti, immigrati clandestini, ecc. che sono l’incubatrice della microcriminalità ma anche la manovalanza della macrocriminalità.

Per quando riguarda l’immigrazione clandestina il Comune deve svolgere un’azione vessatoria nei loro confronti ma deve mettere in atto tutte quelle forze e quelle risorse per l’integrazione degli stranieri che regolarmente vivono e lavorano sul nostro territorio affiche possano sentirsi parte attiva del contesto sociale in cui si trovano sottraendoli ad un eventuale e probabile dissociazione che è l’anticamera della criminalità.

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